Un tavolo in veranda, il ritmo lento di una candela e il tepore di una notte di fine agosto che si fa sempre più profonda e stellata. Silenziosi si muovono alcuni camerieri ancora in divisa, nonostante l’ora tarda ma ancora precisi nell’apparecchiare per una cena improvvisata.
Due calici di champagne e due piatti di spaghetti di Gragnano con pomodorini e basilico attendono due ospiti. Ernesto e Mario, chef il primo e maître il secondo ma dello stesso ristorante, si siedono stanchi ma sereni con ancora gli occhi che brillano di determinazione e passione. I due fratelli Iaccarino si muovono tra la ribalta e il backstage in una dinamica perfetta, perché ciò che li accomuna è la cucina del cuore che hanno insegnato loro due genitori “importanti” come Livia e Alfonso. A loro va l’onore, e a volte l’onere, di aver fondato il Don Alfonso 1890, che da piccolo hotel è diventato il Relais&Chateaux e ristorante noto in tutto il mondo.
Il Don Alfonso parla ben quattro lingue, che sono espressione di un unico cuore declinato in personalità differenti, portando ognuna il proprio contributo.
Livia si riconosce nel suo benvenuto quotidiano, nel raccontare la sua vita e la strenua battaglia condotta per costruire tutto ciò che la circonda e condivide con ogni suo ospite. A lui sono dedicati momenti preziosi, così come al marito e alla famiglia.
Livia parla ogni giorno del cuore che dona ad Alfonso e a quel suo silenzio, apparentemente distaccato, ma che è invece espressione di condivisione e sacrificio. Lo rivela nel suo partire per l’azienda agricola insieme al nipotino di un anno e ai suoi due cani Tibì e Corina. Il tempo della natura, del suo fiorire e maturare diventano l’ABC di un libro che da anni trasmette ai figli prima e ora al nipotino, che già riconosce il sapore dell’affetto e della passione per il proprio lavoro.
Il cuore di Livia e Alfonso sono la libertà lasciata ai loro figli di inseguire i propri sogni, di cercarsi nel mondo e allontanarsi da casa per tornarvi spontaneamente, coscienti di non voler altro che lavorare al grande progetto di famiglia.
È facile capire perché sul petto di Ernesto, il figlio maggiore, campeggi un cucchiaio d’argento simbolo di una scelta di vita forte. Non ha dimenticato l’esperienza londinese e la laurea in economia, bensì ne ha fatto un punto di forza per la sua brigata, come dimostra la decisione con cui studia i piatti e li propone all’approvazione di tutta la famiglia. Mario ha girato il mondo come emigrante, per scoprire che era il mondo a essere stato suo ospite al Don Alfonso. Che sia Macao, il Marocco o S. Agata sui Due Golfi o la tavola di casa, ciò che conta è lasciare un’emozione che sia espressione dell’identità di ognuno e di quel valore che ha per ciascuno “fare le cose con amore per lasciare un segno indelebile”.
Quella veranda, il profumo di limoni e di brioche solleticano gli occhi ancora assonnati di Ernesto e Mario. Livia si avvicina per il suo buongiorno, Alfonso accende la sua pipa e accarezza la festosa Corina… il ritmo del Don Alfonso riprende il suo incedere verso una nuova notte stellata e un prossimo tavolo improvvisato.
Don Alfonso 1890
Corso S. Agata 11
S. Agata sui Due Golfi (NA)
Tel. 081/8780026
www.donalfonso.com
Claudia Orlandi