Una scelta naturale

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Escono le prime 5 mila bottiglie dell’Extra Brut di Mauro Franzoni e Marina Tonsi. Le presentano domani a Sergnana d’Iseo in Franciacorta (ore 11.30), nella tenuta CorteBianca, due firme del giornalismo enogastronomico del nostro Paese: il “Gastronauta” Davide Paolini e Andrea Grignaffini di Spiritodivino. Dpo la degustazione spazio per i grandi cibi del territtorio

L’avventura comincia nel 2001. Mauro Franzoni, presidente di Acque Levico e sua moglie, l’architetto Marina Tonsi, acquistano a Sergnana, pochi chilometri da lago d’Iseo, la cascina e i terreni destinati a diventare CorteBianca. Due gli obiettivi: vivere a contatto diretto con la natura e recuperare alla sua bellezza originaria un ambiente naturale e architettonico in stato di abbandono.

I primi interventi gestiti insieme a chi diventerà l’agronomo di Corte Bianca, Pierluigi di Donna, sono destinati a recuperare i terreni. La scelta è subito naturale: biologica. Dai campi scompare la coltivazione di mais e torna invece la vite, fino agli anni 60’ la coltura più diffusa su quegli appezzamenti. Si parte nel 2002 con i primi 2 ettari vitati seguiti da altri 2 nel 2005 e da un altro ettaro e mezzo, impiantato la scorsa primavera e destinato ed entrare in produzione dalla prossima vendemmia. La scelta cade su quelli che sono oggi i due vitigni principi della Franciacorta. Chardonnay e Pinot nero. Il sistema d’allevamento prescelto è a Guyot, con una resa di 90 quintali d’uva per ettaro.

Contestualmente prendono il via, diretti da Marina Tonsi, i lavori di ristrutturazione e conservazione della “cascina a corte chiusa”, classica espressione dell’architettura lombarda. Dal 2007 arrivano i frutti delle prime vendemmie e le uve di CorteBianca vengono conferite alla Barone Pizzini e utilizzate per la vinificazione dei prodotti di quella cantina.

“Continuavano a ripeterci che le nostre uve erano tra quelle di maggiore qualità, tra quelle che arrivavano in cantina. Ed è stato uno stimolo essenziale per decidere di produrre il nostro vino - spiegano Mauro Franzonie Marina Tonsi - Vogliamo trattare al meglio quanto di straordinario la nostra terra ci offre. E dentro le nostre bottiglie vorremo ci sia un vino sia racconti la nostra storia, esprima le caratteristiche dei nostri terreni da quelli più pianeggianti da alcuni in collina, dove nascono uve veramente straordinarie”.

Nasce così il primo Extra Brut CorteBianca, da un 95% di uve chardonnay e da un 5% di Pinot nero, raccolte e vinificate nell’annata 2008 e destinato a essere seguito, la prossima primavera, da due nuove uscite: un Satèn e un Rosè. “ Con queste due nuove etichette arriveremo a oltre 12 mila bottiglie prodotte, ma soprattutto dalla prossima vinificazione Leonardo Valenti sarà il nostro enologo e grazie all’ottimo rapporto di confronto e dialogo che abbiamo con lui, sono certo che le nostre bollicine acquisiranno un’identità e un carattere ancora più personale e preciso”, sottolinea Mauro Franzoni.

 

E l’attenzione a sottolineare un proprio linguaggio e una propria identità molto precisa appare evidente anche nel progetto grafico della bottiglia, del logo e in tutta la comunicazione, dai materiali stampati al sito web. Sviluppata dallo studio di design Dinamomilano, uno dei più avanzati in Italia nell’ambito della grafica, con una grande attenzione per il sociale e il sostenibile, tutta l'immagine coordinata è coerente con i principi etici ed estetici dell'azienda vinicola. “Design e materiali utilizzati si legano profondamente al mondo di CorteBianca – ricorda Marina Tonsi - Il pizzo, infatti, è esplicito omaggio alla domesticità contadina, e insieme richiamo alle volute dei tralci di vite. È anche il filo che ritorna nelle lettere del logo e che si staglia sul nero o sul bianco dello sfondo come una storia di legami, certamente già densa di significato e di avvenimenti”.

 

E non è quindi casuale che a fare da “padrini” di questa nuova esperienza siano due firme del giornalismo enogastronomico italiano sa sempre attenti a ogni novità: il “GastronautaDavide Paolini, da sempre alla ricerca di nuovi giacimenti gastronomici e di prodotti in grado di raccontare la nostra storia e tradizione e Andrea Grignaffini di Spiritodivino, grande conoscitore delle bollicine di Franciacorta.

 

Dopo la degustazione dell’Extra Brut Corte Bianca, spazio per alcuni grandi cibi delterritorio:I Formaggi Caprini di "Le Frise" di Gualberto Martini ad Artogne, i Vaccini di "La Casera" di Sonia Spagnoli a Gianico, il salame di Montisola tagliato a mano del Salumificio Montisola di Moretti e Turla, i salumi di Iseo "Stan Sala" di Giampietro Zatti e Roberto Sgarbi,

la Slinsega di "Forchini" di Giovanni Forchini a Cividate Camuno e chiusura con il Coregone, il Persico e la Sardina del Lago di Iseo

 

Tutto comincia nel 2001 a Sergnana. Colline della Franciacorta, pochi chilometri dal lago d’Iseo o da Brescia.

Mauro Franzoni e Marina Tonsi, acquistano una vecchia cascina e i terreni che li circondano, dove impiantano filari di Pinot e Chardonnay. Lui è un manager, ha appena lasciato la direzione delle aziende di famiglia e vuole aprire una nuova pagina della sua vita professionale e soprattutto, personale. Non ama la città, gli piace la natura, vuole vivere in campagna e affrontare nuove sfide nel campo del lavoro. Lei, invece, è architetto. Di quelli però che non amano solo costruire. La sfida per lei è “recuperare”, riportare alla bellezza alla vivibilità, case, ambienti, giardini, paesaggi. Sono loro a spiegare che cos’è CorteBianca a e raccontare le cinquemila bottiglie del loro primo Extrabrut.

 

Mauro Franzoni

“Ho sempre sentito il desiderio di vivere in mezzo alla natura. Molti dei miei amici hanno fatto questa scelta o la stanno facendo, è un sentimento che sento sempre più diffuso tra le persone. Io vengo dalla Valcamonica, dove sono nato e cresciuto e, almeno in parte, devo dire di avere sempre vissuto a contatto con la campagna. Per vent’anni mi sono occupate dell’azienda di famiglia e ho sempre dovuto viaggiare molto in Italia e all’estero. “La valle” era però un luogo un po’ periferico rispetto a questo tipo di esigenze. La Franciacorta, invece, ha una natura straordinaria ma è collocata in una zona molto facile da raggiungere. Cortebianca è immersa in una natura bellissima, ma a soli dieci minuti dall’autostrada. Un luogo perfetto per tenere insieme due esigenze: vivere in un posto straordinario e rimanere in stretto contatto con il resto del mondo. Quindi, per me e Marina cercare una casa, una tenuta, in questa zona è stato un gesto assolutamente normale. Poi, nel 2001, quando abbiamo visto i terreni e la cascina che oggi sono Cortebianca, ci siamo detti non dobbiamo lasciarcela scappare. Ce ne siamo subito innamorati. Era molto malconcia, quasi pericolante e intorno c’erano terreni semi abbandonati. Qualche piccola vigna resisteva negli appezzamenti in collina, ma tutta la parte pianeggiante era coltivata in modo intensivo a granturco. Abbiamo subito riportato a Corte Bianca la vite e abbiamo scelto vitigni come Pinot nero e Chardonnay sia in collina sia in pianura, utilizzando solo tecniche e prodotti assolutamente naturali: biologici. Abbiamo fatto anche una ricerca geologica per capire le caratteristiche dei nostri terreni. CorteBianca si colloca su un conoide di scarico della montagna, di cui abbiamo lasciato inalterati gli equilibri idrogeologici, operando solo interventi su canali di recupero e di scarico delle acque. Parlando con i vecchi contadini della zona, osservando vecchie foto abbiamo cercato di ricostruire quello che erano le caratteristiche ambientali e naturali del territorio. Pere esempio, abbiamo recuperato 13 piante secolari di gelso da altre zone della Franciacorta e le abbiamo usate per completare il viale che porta alla casa. Proprio nel periodo in cui io e Marina abbiamo iniziato a lavorare su CorteBianca, ho lasciato i miei incarichi dirigenziali nell’azienda della mia famiglia, orientandomi verso attività e settori del tutto nuovi, tra cui il comparto agroalimentare. Nel 2005 Levico, un’acqua di montagna, solo in vetro e di altissima qualità, era in vendita e l’abbiamo acquistata. Da un paio d’anni la gestiamo direttamente con le mie sorelle ed io ne sono diventato il presidente. E nel momento in cui abbiamo cominciato a raccogliere le nostre uve, che conferivamo ad altri per le loro produzioni, il conoscere bene il mercato dell’acqua, in molti casi vicino o contiguo a quello del vino, mi ha reso più facile operare l’inevitabile e naturale passo successivo: produrre il nostro vino. E’ una scelta che non ci spaventa, anche se sappiamo che è un mercato difficile e complesso. Il vino è un mondo enorme e per quanto vuoi saperne, scopri e conosci, capisci solo di non saperne ancora niente. E’ un cammino lungo, lavori oggi per scoprire solo fra anni quali saranno i tuoi risultati. Cominciamo oggi con queste 5mila bottiglie di Extrabrut e nella prossima primavera arriveranno anche un Rosé e un Saten. Saranno in nostri primi millesimati”.

 

Marina Tonsi

“Faccio l’architetto. In particolare, mi occupo di recupero e ristrutturazione di vecchie abitazioni e mi piace lavorare su giardini e sul loro rapporto con paesaggio e ambiente. La mia storia professionale è da sempre legata a questi aspetti dell’architettura. Il mio rapporto con la Franciacorta nasce dai tanti lavori e progetti che ho realizzato in questo territorio e dalla grande passione di Mauro per la campagna e per la Franciacorta. Così una decina di anni fa abbiamo cominciato a cercare una casa da queste parti e abbiamo scoperto la cascina e i terreni che oggi sono diventati, dopo anni di lavoro, CorteBianca. All’inizio ci siamo avvicinati a quest’avventura un po’ come se io avessi voglia di affrontare un nuovo progetto di recupero e ristrutturazione architettonica e per Mauro la cosa fosse invece più la realizzazione di una scelta di vita. Ma ci siamo subito emozionati e sentiti tirati dentro da un progetto che ci metteva ambedue completamente in gioco. Nel 2001, CorteBianca era una bellissima cascina lombarda a corte interna, lasciata però in uno stato di assoluto abbandono e abitata solo in piccolissima parte da una famiglia di contadini. Architettonicamente era tutto da ristrutturare e rivalorizzare e anche i campi intorno erano praticamente abbandonati. C’era solo una piccola parte di terreno coltivata a vigna. Però, tutti i contadini dei terreni vicini ci dicevano che in passato, fino agli anni 60’, lì c’erano le viti e si produceva un vino che tutti consideravano buono: per quei tempi di qualità. E le vigne migliori erano considerate quelle nella parte più alta, collinare, della tenuta. Visto che la casa aveva un vincolo della sovraintendenza per il suo valore storico e architettonico, dovevamo preparare un progetto rispondente a precise caratteristiche e che richiedeva dei tempi piuttosto lunghi di realizzazione, e siamo partiti immediatamente con il lavoro nei campi. Nel 2003 abbiamo impiantato le prime vigne, altre nel 2005, mentre l’ultima piantumazione è della primavera di quest’anno e oggi, i nostri vigneti hanno tutti tra i sette e gli otto anni. E dall’inizio abbiamo fatto una scelta che riteniamo irrinunciabile: il biologico. Una scelta nata in assoluta spontaneità dalla formazione culturale mia e di Mauro e dal nostro desiderio di rispettare l’ambiente, di ricostruire a CorteBianca la bellezza naturale della Franciacorta della nostra infanzia. Inoltre, in quel periodo io e lo Studio Aura stavamo facendo dei lavori per i produttori Barone Pizzini, di cui curavamo il progetto e la costruzione della cantina, costruita adottando solo criteri e materiali ecosostenibili.  Loro avevano già intrapreso la strada del biologico ed è stata una conferma importante della decisione che io e Mauro avevamo preso. Credo che questa scelta non sia solo un gesto o un percorso virtuoso, ma una scelta inevitabile che coinvolge chiunque di noi. Insomma, abbiamo preso questa direzione in modo assolutamente naturale. E anche produrre il nostro vino, è qualcosa che trova origine e ragione in quanto abbiamo fatto e realizzato a Corte Bianca. Vendemmia dopo vendemmia raccoglievamo le nostre uve e le portavamo alla cantina di Barone Pizzini, dove erano utilizzate per i loro vini. Ci dicevano che le nostre uve erano sempre tra quelle di maggiore qualità portate in quella cantina. Noi lo prendevamo come un complimento, ma è stata una delle cose che ci ha dato lo stimolo a intraprendere questa nuova avventura: proviamo noi stessi a dare valore a quanto facciamo. Vogliamo trattare al meglio quanto di straordinario la nostra terra ci offre. Vorremmo riuscire a essere eccellenti a fare qualcosa di buono. E siamo certi che si può riuscire a farlo solo operando in modo assolutamente semplice: cioè naturale”.

www.corte-bianca.it

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