I salumi del re, il brodo di Einaudi...

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Fa un certo effetto, al tempo dell’iPad che ha contaminato ogni angolo della vita sociale,

fino a trovar posto sulle tavole dei ristoranti in forma di menù tecnologico, sfogliare un volume che sembra cristallizzare, nonostante il cammino dei tempi, riti, abitudini, liste delle vivande, impresse su carta e impreziosite con decorazioni artistiche. Ma qui siamo nel più importante dei Palazzi, il Quirinale. E qui si descrivono i menù dei pranzi ufficiali riguardanti i 15 capi di Stato, che vi hanno dimorato, nell’arco di 150 anni. Un altro pianeta, si direbbe. In verità, non è (non è stato) tutto così immutabile. Anzi. L’elemento più concreto dello stile gastronomico quirinalizio, il cibo, si è notevolmente evoluto, nell’arco di un secolo e mezzo... leggi tutto l'articolo di Marisa Fumagalli

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