Al quinto giorno di un grande evento come il Salone del Gusto si pensa di aver visto tutto. A torto o a ragione, si crede che non vi siano altre sorprese pronte a balenare davanti agli occhi. Ancora di più, i piedi sanno automaticamente dove andare, quali scorciatoie imboccare e sembrano non conoscere deviazioni sul percorso.
Le spalle, dal canto loro, soffrono per i pesi portati: la macchina digitale, la borsa, i pacchi e le fatiche dei giorni precedenti. Intanto le dita sembrano muoversi di vita propria nel gesto di mimare il click impazzito dello scatto fotografico, con il quale hanno immortalato volti, prodotti e variazioni sul tema.
Al quinto giorno le uniche intenzioni non bellicose sono quelle di fare provviste per casa, assaggiare una seconda volta ciò che ha colpito di più e perché no salutare quelle facce che, con il passare dei giorni, sono diventate più che familiari.
È questo il lunedì del Salone e della sua chiusura, ma nell’edizione del 2010 ha saputo regalare un evento imprevisto: un giro per gli stand con un visitatore d’eccezione, Gennaro Esposito.
Il patron de La torre del Saracino, a Vico Equense, è comparso a ridosso della regione Puglia poco prima di mezzogiorno. Pochi istanti per raccapezzarsi nella nuova disposizione degli stand e la meta è stata subito la sua regione, la Campania. Nessuno lo aspettava, ma tutti sono stati in grado di riconoscerlo al primo colpo d’occhio. Se la fatica sembrava aver preso il sopravvento, l’arrivo dello chef campano ha saputo ridare vivacità alle ultime battute del Salone. Quasi un mercato nel pieno del fulgore della sua apertura mattutina, i presìdi si sono andati animando delle voci gioiose dei produttori. Ognuno aveva da proporre a Gennarino il proprio prodotto o, addirittura, suggerire quello di amici e colleghi con lo stand poco oltre. Nessuna invidia, nessuna competizione, semplicemente la gioia di portare a Esposito le bellezze della sua terra: profumi, sorrisi e assaggi hanno preso il sopravvento. Richiesto a destra e a sinistra, di volta in volta lo chef faceva volentieri tappa davanti a un produttore: i salumi di maiale nero casertano, i pomodori San Marzano e il Conciato Romano – un formaggio affinato in vasi di creta- sono diventati i nuovi gioielli della carta di Gennaro, quei prodotti locali che fanno grande il territorio italiano e che lottano contro il mercato globale per non essere dimenticati.
In una giornata apparentemente stanca nella fredda e grigia Torino, il sole e la caparbietà della Campania hanno regalato momenti e sapori nuovi. E tra essi, poco dopo, si è materializzato un altro grande interprete della loro tradizione: Gino Sorbillo e la sua memorabile pizza. Oramai noto anche fuori dai confini partenopei, Gino si prepara infatti a duettare con Gennaro in un incontro speciale di due diversi modi di fare ristorazione: appuntamento il 7 Novembre a Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino, nel Salernitano.
Nel frattempo, uno sguardo alla nostra spesa al Salone, e ci rendiamo conto che stavamo per perdere grandi eccellenze, se non fosse stato per una “guida” d’eccezione!
Claudia Orlandi