Ilaria è un disastro ai fornelli. Poi, un giorno, un’amica che ama cucinare le consiglia di passare un mese nella cucina di un famoso chef. All’inizio le scappa da ridere, ma alla fine accetta la sfida: se non ce la fa un cuoco con tre stelle Michelin ad accenderle la passione per la cucina, allora non c’è davvero niente da fare. Dimessi gli abiti di tutti i giorni e scesa dai tacchi, la protagonista infila un lungo camice e si prepara ad affrontare pentole e padelle. Ma prima di addentrarsi nelle segrete di via Gavroche, Ilaria si imbatte in un vecchissimo libro di ricette, scritto da Peg Bracken, sostenitrice della liberazione femminile dalla dittatura domestica e inventrice di centinaia di ricette rapide tra cui il Stayabed stew – lo stufato che si cuoce felicemente da solo in cinque ore. Peg, o meglio, il fantasma di Peg diventa il Virgilio che l’accompagna nel suo viaggio estremo in un mondo dominato dai maschi, con orari assurdi, in mano a fascinosi despoti e abitato da apprendisti sacrificati agli dei dell’haute cuisine. Insieme a dodici uomini che per tutto il giorno e gran parte della notte preparano piatti raffinatissimi e costosissimi sotto l’imperiosa dirigenza dello chef, Ilaria vive trenta giorni tra portate da novantaquattro euro e ravioli ripieni di maionese, cucinieri convinti che “ci vuole molta cura per separare il bianco dal giallo” e giovani aiutanti sicuri che Mtv a tutto volume aiuti la concentrazione. Sapori & sudori. La fragranza vitale del gusto e il veleno dell’umiliazione.
Con una scrittura brillante e molto pop, Lo chef è un Dio racconta per la prima volta il dietro le quinte delle cucine italiane.